giovedì 25 febbraio 2010

Politica e Valori

Molte persone catalogano la nuova linea politica dell'UDC sbrigativamente e superficialmente come opportunistica. A chi chiede chiarezza su questa new politic dell'Unione di Centro e sulle alleanze variabili che caratterizzano le prossime elezioni regionali vorrei dare il mio personale parere.
Ormai sono superate le vecchie contrapposizioni ideologiche figlie del XX secolo e particolarmente evidente in Italia la logica bipartitica di stampo anglosassone è fallita non perchè non ne siamo capaci, ma semplicemente perchè il bipartitismo non fa parte della nostra cultura e della nostra tradizione.
Ormai le vere battaglie si fanno sui Valori e per essere credibili bisogna presentarsi con valori forti ed innegoziabili, idee concrete e trasparenti, solo così si potrà creare un argine morale ai mali che sembrano incurabili per la nostra povera Italia come le ultime vicende fatte di tangenti, voti di scambio, proventi illeciti e cosi via lucrando vogliono dimostrare
In tale ottica non vedo proprio anomalie come taluno vorrebbe far apparire, l'Unione di Centro ha fatto una scelta molto chiara, non guardando alle ideologie ma ai progetti e alla politica del fare, con una nuova classe dirigente intrisa di quei valori cristiani aperta al dialogo ma forte delle idee concrete.
Quindi essendo queste elezioni regionali è del tutto ovvio che sono state fatte scelte nelle singole regioni creando alleanze dove il dialogo moderato e costruttivo era possibile e andando da soli dove queste prerogative sono irrealizzabili. I muri contro muri ideologici hanno creato solamente disastri nella nostra Italia è ora di iniziare una nuova fase moderata.
Solo scelte condivise porteranno cambiamenti sostanziali.
Questa è la semplice e chiara realtà, il resto è solo propaganda politico-elettorale.

giovedì 18 febbraio 2010

L'Italia del NO

NO alle centrali nucleari, NO ai rigassificatori, NO alle centrali a combustibili fossili, NO alle discariche, NO ai termovalorizzatori e così via negando.
Questo è il triste panorama che si ha dell'Italia sentendo e leggendo i vari proclami bipartisan dei candidati alle prossime regionali di marzo dove sembra che il vero vincitore sarà chi dimostrerà di negare meglio.
A questo punto la domanda mi sorge spontanea: "Cari amministratori e negazionisti, ma come pensate di procurarvi l'energia per vivere?".
E già perchè sarebbe facile fare appelli alle nuove bellissime e molto trendy energie rinnovabili, sennonchè le stesse hanno 2 problemi pratici ed innegabili, ovvero possono soddisfare solo una piccola quantità dell'enorme fabbisogno energetico nazionale e (guai a chi me lo contesta) sono costosissime. E proprio su quest'ultimo aspetto che vorrei far riflettere chi in questo periodo di crisi cerca di tranquillizzare l'opinione pubblica promettendo misure, pacchetti e minestrine riscaldate anticrisi.
Il costo del conto energetico che stiamo pagando, che è uno dei più alti tra i paesi industrializzati, ha i suoi tragici effetti proprio su quelle categorie che si vorrebbero tutelare con le sopra menzionate misure anticrisi, ovvero la piccola e media industria, il ceto medio sempre meno medio e sempre più povero e infine le classi più disagiate.
Ci vorrebbe un pò di maggiore onestà intellettuale e ammettere che un tale surplus di costi non ce lo possiamo permettere e rimettere le mani su un nuovo e più efficace piano energetico che comprenda un più equilibrato mix energetico, fatto di nucleare, gas, idroelettrico, eolico e solare.
Negare aprioristicamente il nucleare magari potrebbe far conquistare qualche voto in più in questo mare magnum di disinformazione, ma nel lungo periodo si ripercuoterebbe con maggior gravità nel nostro già dissestato tessuto economico-sociale.

martedì 16 febbraio 2010

Nucleare? Prima bisogna farlo conoscere agli italiani

Trovo alquanto dilettantistica la politica sul nucleare del nostro governo. Una politica fatta più di proclami che di sostanza.
E un prova l'abbiamo avuta nelle ultime settimane dove la questione ha avuto una rilevanza mediatica più per fini propagandistici elettorali che per un vero progetto attuativo e programmatico. I stessi candidati del centrodestra per le regionali di marzo hanno più volte smentito il loro governo centrale proclamandosi per un no senza una minima possibilità di dialogo.
Ma d'altronde una spiegazione logica e razionale c'è e cerco di spiegarla.
L'uomo ha dentro di se una paura quasi ancestrale per tutto ciò che non conosce, che non riesce a comprendere e per ogni cambiamento da uno stato ad un altro. Proporre il nucleare senza spiegarlo, senza farlo conoscere, senza evidenziarne con chiarezza i rischi ed i benefici è come dire ad un bambino di entrare in una piscina dicendogli di stare tranquillo tanto l'acqua è bassa, il bambino fin quando non avrà messo il piedino nel fondo della piscina resterà terrorizzato.
E' per questo che fin quando non ci sarà una campagna conoscitiva e un dibattito pubblico che possa far capire alla gente con chiarezza le vere grandi opportunità del nucleare, il tema resterà un tabù usato dalla propaganda politica che gioca sulle paure della gente per raccattare consensi e ogni scelta dall'alto sarebbe vista come un imposizione coattiva (come la localizzazione dei siti per le centrali).
Il governo dovrebbe usare il patrimonio culturale e scientifico che fortunatamente in Italia abbiamo (basti pensare a personalità come Umberto Veronesi o Antonino Zichichi) per dare un informazione chiara, tranquillizzando così l'opininione pubblica che solo così potrebbe avviarsi in quel cammino che è il consenso al nucleare, fonte da cui non possiamo prescindere se vogliamo veramente liberarci dalla dipendenza energetica da cui siamo nostro malgrado costretti.

giovedì 11 febbraio 2010

"Laboratorio Marche": prove tecniche di Terza Repubblica

Finalmente ieri è stato raggiunto l'accordo nelle Marche per le prossime regionali che vedranno il presidente uscente Gian Mario Spacca ricandidato con il sostegno di una coalizione formata da PD UDC e IDV.
Si tratta di un progetto innovativo in quanto dopo quindici anni di governo resteranno fuori dalla coalizione le sinistre radicali come esplicitamente richiesto dai vertici dell'Unione di Centro.
Alla fine a prevalso la linea moderata e il nuovo corso che vedrà come punto di rifermimento il dialogo moderato e costruttivo che è alla base di tutte le moderne democrazie. Dialogo che finalmente sarà contraddistinto dalla politica del fare piuttosto che dalla politica delle ideologie, quest'ultima causa dell'immobilismo cronico che attanaglia in nostro paese e fonte di no a prescindere e muri contro muri che generano tensioni e ritorsioni.
Spero che questa esperienza marchigiana possa servire da base per una nuova stagione politica dove le ideologie possona essere sostituite dai valori e dove le differenze di pensiero siano fonte di dialogo e non di scontro.
Solo dove c'è un dialogo sereno e pacato possono venir prese decisioni condivise a beneficio di tutti, dove invece questo dialogo manca ogni decisione è vista come un imposizione sbagliata... a prescindere.