martedì 17 maggio 2011

Che senso ha parlare ancora di bipolarismo?

Che il bipolarismo italico stile pizza e maccheroni fosse già morto ormai si sapeva, ma ora è giunto il momento di celebrarne i funerali.

Scorrendo i risultati di queste ultime votazioni (anche se amministrative) si vedono solo un paio di partiti un pò sotto il 30%, alcuni tra i 10 e il 20% e una miriade di liste tra il 2 e il 10%.
Sarebbe questo il nostro bipolarismo?

E' chiaro che il il nostro paese è terra di tante idee e tante personalità e racchiuderle in 2 o 3 calderoni è estremamente pericoloso e impossibile. Continuare con questo sistema politico e con questa legge maggioritaria non serve a nessuno, serve semmai a creare ulteriore disaffezione verso la politica (con dati sull'affluenza in costante calo) e dar forza alle componenti più radicali ed estreme.

La gente troppo spesso non si riconosce nei grandi carrozzoni della politica come il PD o PDL perchè non ne capisce i programmi, sono troppo generici, vaghi, tropo anti.... (anti Berlusconi, anti procure, anti magistrati, anti liberalizzazioni, antidituttoun), la gente vuole partiti che stiano vicini ai problemi reali, problemi subito individualizzabili, vuole partiti, non importa se grandi o piccoli, in grado di portare avanti le loro idee nel rispetto delle altre idee. E' per questo che auspico un ritorno al proporzionale che faccia rifiorire le tante anime del territorio con coalizioni responsabili che finalmente ci potrebbero traghettare nella terza repubblica. Certamente sarà un cammino lungo e tortuoso, ma non ci sono alternative per riconquistare la fiducia degli elettori.

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