mercoledì 17 novembre 2010

Saviano e l'eutanasia

Apprezzo molto Saviano, ma quando dice delle fesserie bisogna dirlo.
Mi riferisco al modo con cui è stato trattato l'argomento eutanasia nella trasmissione di lunedì scorso Vieni via con me con una banalizzazione e semplificazione del pensiero della Chiesa Cattolica sul tema.
Ritengo che sia stato quasi vergognoso e insensato paragonare e confrontare i mancati funerali cristiani di Piergiorgio Welby con i funerali di dittatori o gente che si è macchiata di orrendi delitti, come se questo triste momento avesse una chissà quale graduatoria. Mi dispiace caro Saviano, ma hai sbagliato.
Purtroppo ci sono delle verità che vengono omesse dallo scrittore, e la più importante è quella del dono della vita. Vorrei chiedere a Saviano se lui ha avuto la fortuna di scegliersi i genitori, oppure il momento di venire al mondo o il posto dove nascere.
No caro Saviano, noi non possiamo scegliere questo immenso dono che è la vita e come non possiamo scegliere quando, dove e con chi nascere non possiamo scegliere quando, dove e con chi morire.
Sembrano cose ovvie, ma purtroppo viviamo in un epoca dove l'uomo con le sue manie di onnipotenza, con un egoismo accentuato che lo porta a credere di poter decidere tutto da solo. Questo si chiama relativismo etico... e anche dei peggiori.
Bisogna fermarsi un attimo e ragionare, perchè sennò presi dalla frenesia del nostro tempo, del tutto e subito, si perdono di vista i veri valori che sono radicati nel nostro essere uomini e donne.
Una volta fatto questo ragionamento si può discutere su tutto, sull'accanimento terapeutico (ad esempio nel caso di Eluana Englaro e di Welby, di persone in grado di comprendere reagire agli stimoli, dov'era questo accanimento?), su come portare avanti scelte scientifiche o altro, ma sulla vita non spetta noi scegliere! Mai.

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