martedì 4 maggio 2010

Il nucleare è una priorità

Vorrei qui sinteticamente spiegare il motivo per cui ritengo che il rilancio del nucleare sia indispensabile per la nostra nazione.
Prima ragione è il costo della nostra bolletta elettrica, che è la più alta in Europa. E’ evidente che questo costo elevato è causato dalla dipendenza che abbiamo dalle principali forme energetiche, prime fra tutte quelle di origine fossile, e l’Italia da quando ha abbandonato sciaguratamente il nucleare si è concentrata in prevalenza sul gas.E quella del costo elevato è assolutamente una priorità, perché il maggior costo elettrico si ripercuote inevitabilmente nelle classi più deboli, nelle famiglie e nel tessuto imprenditoriale della piccole e medie attività, che già soffrono la perdita di competitività sui mercati. In quest’ottica il nucleare non è solo un scelta possibile, ma assolutamente necessaria. Considerando che può dare energia in grande quantità in maniera economica, sicura e pulita.
Economica perché il costo di 1 kwh di energia da nucleare costa mediamente non più di 0,035 € (contro i 0,60 del fotovoltaico!) e questo costo si ottiene considerando tutti i costi dalla progettazione della centrale, alla costruzione, alla gestione, allo smaltimento delle scorie fino ai costi della dismissione dopo 40/50 anni.
Sicura, perché allo stato attuale i rischi di eventuali incidenti sono prossimi allo zero, e il tanto evocato spettro di Chernobyl è stato l’unico grande incidente nucleare causato non tanto dalla tecnologia delle centrali ma dal degrado in cui versava il sistema statale comunista ormai prossimo al tracollo. E poi sullo stesso c’è sta una forte campagna ideologizzata che ha fatto molto breccia sulle paure della gente che ha travisato i veri aspetti dell’incidente che ha causato secondo i rapporti ufficiali dell’organizzazione mondiale della sanità meno di 100 morti http://www.unscear.org/.
Un numero che è infinitesimamente più basso dei morti causati negli incidenti nelle altre centrali tradizionali, senza contare i morti dovuti a incidenti in grandi dighe costruite per l’idroelettrico e quelli per i tumori causati appunto dai gas di scarico delle centrali tradizionali oppure ai disastri ambientali come quello che stiamo vedendo adesso in Lousiana.
Anche il problema della radioattività del dopo Chernobyl è stato altamente sopravvalutato, infatti è vero che nelle zone vicine molti bambini sono stati colpiti da una tipologia tumorale alla tiroide, ma la stessa nella stragrande maggioranza dei casi è stata superata.
Pulita, perché è del tutto evidente che in un processo nucleare non c’è la combustione con lo scarico nell’aria delle sostanze tossiche e inquinanti tipiche delle centrali a combustibili fossili, tutto avviene con reazioni controllate all’interno della centrale stessa e tutto il ciclo delle scorie viene fatto con sistemi di controllo molto accurati. Inoltre altro fatto molto importante per chi vuole una riduzione della fantomatica CO2 (anidride carbonica) è la considerazione che nel processo nucleare le emissioni di CO2 sono praticamente uguale a zero.
E’ proprio per questo che influenti ambientalisti (Patrick Moore, James Lovelock ,Chicco Testa, James Hansen) si sono ultimamente detti convinti della scelta nucleare come unica soluzione praticabile per la riduzione di tali emissioni. E evidenza di questo è stata la riapertura al nucleare dello stesso Barak Obama paladino della green economy, che ha recentemente finanziato la costruzione di 2 nuove centrali in Georgia.
Ultima analisi va fatta su un obbiezione molto frequente: ma allora perché non puntare con decisione al solare? La risposta è molto semplice e sta purtroppo nella costatazione della realtà. L’energia fotovoltaico di per se è bellissima, e per questo i finanziamenti e la ricerca in questo campo devono continuare, ma attualmente è del tutto impensabile che si possa sostituire alle forme energetiche tradizionali. Primo perché ad oggi ha un costo talmente sostenuto che se pensassimo di arrivare a soddisfare almeno il 20% del fabbisogno energetico italiano con il solare la spesa pubblica (attraverso il meccanismo degli incentivi) si gonfierebbe a dismisura rischiando di provocare un collasso come quello che stiamo vedendo in altri paesi come la Grecia, l’Irlanda, la Spagna o il Portogallo. Secondo perché se anche installassimo una grande quantità di pannelli solari, non potremo rinunciare a costruire altre centrali tradizionali, perché la l’energia solare non è un energia costante sempre disponibile, ma dipendente dall’irraggiamento (non è sempre mezzogiorno), dall’inclinazione terrestre (stagioni) e dalle condizioni meteorologiche (non sempre il cielo è sereno).
E’ per questo che credo che l’unica alternativa possibile e sostenibile al sistema energetico attuale sia un mix equilibrato fatto di nucleare, idroelettrico e rinnovabili (solare, eolico, energia da rifiuti e biomasse).
Per me questa è una scelta chiara e responsabile, senza nessuna visione ideologica e politica, ma solo di buon senso perché tutti abbiamo a cuore il nostro Paese e a noi che ci viviamo.

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